Alcuni/e giovani cittadini/e figli/e di migranti, insieme ai loro coetanei di origine bergamasca, si raccontano alla comunità locale
Nella nostra città il 20% della popolazione residente è di origine straniera, ma nella fascia 0/18 la percentuale è ancora più alta, fino a raggiungere picchi del 40%. È una parte di popolazione scarsamente visibile e, soprattutto, poco permeabile al resto della cittadinanza.
Eppure, è un quinto della popolazione. Che voce ha? E se ha voce, chi la ascolta?
Con la collaborazione dell’Università di Bergamo e degli Istituti Superiori Pesenti e Mamoli, dove la presenza di studenti e studentesse di origine straniera è molto significativa, ci siamo posti l’obiettivo di rendere visibile la “normalità” della presenza dei ragazzi e delle ragazze di origine straniera in città, costruendo spazi in cui essi/e stessi/e possano prendere la parola e raccontarsi.
Offrire insomma ad alcuni/e giovani nuovi/e cittadini/e figli/e di migranti, insieme ai loro coetanei di origine bergamasca, un’occasione, se disposti e interessati a coglierla, per:
- raccontare/scrivere/parlare di sé alla comunità nella quale sono inseriti
- comunicare il proprio vissuto in questa loro terra
- evidenziare la contraddizione fra il loro sentirsi italiani e bergamaschi e l’essere visti e considerati come “stranieri” per la diversità di qualche tratto somatico
- aprire momenti di confronto sul territorio.
Gli strumenti pensati adottati:
- gruppi di scrittura autobiografica e narrazione con “animatori”
- laboratori di produzione artistica e di video, ad integrazione delle attività di scrittura;
- momenti di lettura/discussione pubblica dei prodotti finali (stampa, video, …) diversificati anche a seconda dei/lle destinatari/e dei messaggi (Amministrazione comunale e altre istituzioni, coetanei/e, scuole, residenti dei quartieri…)
Il progetto è stato impostato nella primavera 2022 e avviato effettivamente alla ripresa delle attività scolastiche, i laboratori nelle classi selezionate si sono conclusi nei primi mesi del 2023; questa fase sarà affiancata dalla formazione degli insegnanti.
In questa pagina del sito diamo conto dei risultati di questo progetto via via che le varie fasi dei laboratori giungono a conclusione.
Il libro

Con il progetto Non darci la (tua) voce. Ascoltaci! la Fondazione Serughetti La Porta si è posta l’obiettivo di rendere visibile la “normalità” - anche se complessa - della presenza di ragazzi e ragazze figli di migranti (nelle fasce di età giovanili si supera anche il 40% di incidenza) che troppo spesso sono percepite/i come “altro da noi bergamaschi”. Un “altro” poco o nulla conosciuto e quindi difficilmente accettato (o esplicitamente rifiutato) nella sua ricchezza e diversità, nella fatica della costruzione della sua identità e progetto di vita. Per altro con tratti comuni a quelli di tante adolescenze di coetanei/e.
Un “altro” che a sua volta si sente invece pienamente italiano/a, ma spesso costretto/a a spiegare la sua “diversità” somatica (da dove vieni, dove sei nato/a, da quanto sei in Italia… per arrivare ai… “torna a casa tua!”).
Abbiamo coinvolto due istituti di scuola secondaria superiore ad alta densità di studenti e studentesse con background migratorio e abbiamo proposto loro di partecipare a questa sfida: dare voce alla “normalità”, a quella normalità che in queste scuole si vive da anni e che in città è ancora percepita come un’eccezione, trovare spazi per prendere voce e inventare luoghi in cui queste voci possano essere ascoltate.
Questa pubblicazione è il primo risultato di un lavoro che ci impegna da molti mesi: raccogliamo in questo quaderno i testi prodotti da due classi, una del Pesenti e una del Mamoli, nel corso di un laboratorio di scrittura autobiografica che si è svolto in sette incontri nell’autunno del 2022. I testi sono introdotti da Alessia Gotti che ha condotto i laboratori.
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dalla Prefazione di Gabriella Cremaschi (Presidente della Fondazione Serughetti La Porta)
