Il premierato, le forme di Governo e la Costituzione Introduce: Barbara Pezzini Relatore: Antonio D’Andrea
presso Fondazione Serughetti La Porta, Viale Papa Giovanni XXIII, 30 Bergamo
Aderiscono all’iniziativa: ACLI, AEPER, ANPI, ARCI, Associazione Generale di Mutuo Soccorso, Associazione Proteo Fare Sapere, AUSER, CGIL, CISL, Comitato Carcere e Territorio, Cooperativa Paci dell’Orto, Coordinamento provinciale di Libera, Fondazione Gritti Minetti, Fondazione Serughetti La Porta, Giuristi Democratici, Istituto bergamasco per la storia della resistenza e dell’età contemporanea, Libertà e Giustizia, Rete S:O.S., UIL. Appello “per la costruzione di un movimento unitario in difesa della Costituzione” del Comitato Bergamasco per la Difesa della Costituzione
Gianni Tognoni è medico e, per 40 anni, responsabile della ricerca Clinica dell’istituto Mario Negri, nell’ambito di sperimentazione e politica dei farmaci, cardiologia, terapia intensiva, medicina generale, infermieristica, psichiatria, con interessi specifici in epidemiologia comunitaria e salute pubblica internazionale. Dal 1979 è segretario generale del Tribunale Permanente dei Popoli.
Roberto Alfieri è un medico di sanità pubblica, specialista in Igiene e medicina preventiva e in Statistica medica, che ha diretto vari servizi nella città e nella provincia di Bergamo. Ha insegnato, negli ultimi venti anni, Politiche dei servizi sanitari e sociali presso il dipartimento di scienze umane dell’università di Bergamo. Ha pubblicato, tramite l’editore Franco Angeli, i libri Dirigere i servizi socio-sanitari: teoria e prassi per dirigere un sistema complesso (2000) e Le idee che nuocciono alla sanità e alla salute (2007).
Venerdì 12 aprile dalle 20.30
Salute è politica. Due libri per parlare di diritti, benessere e giustizia sociale presso Fondazione Serughetti La Porta, Viale Papa Giovanni XXIII, 30 Bergamo
Nel suo libro Roberto Alfieri si pone l’obiettivo di offrire un contributo affinché ognuno di noi, ragionando su salute, benessere e giustizia sociale, avverta il peso della sua responsabilità in ambito politico e diventi più consapevole del ruolo che deve assumere. Perché, come afferma Gianni Tognoni, la Salute è un diritto umano universale. Il modello aziendalistico della sanità italiana può rispondere a questo bisogno primario? Evidentemente…no.
RELATORI
Roberto Alfieri è un medico di sanità pubblica, specialista in Igiene e medicina preventiva e in Statistica medica, che ha diretto vari servizi nella città e nella provincia di Bergamo. Ha insegnato, negli ultimi venti anni, Politiche dei servizi sanitari e sociali presso il dipartimento di scienze umane dell’università di Bergamo. Ha pubblicato, tramite l’editore Franco Angeli, i libri Dirigere i servizi socio-sanitari: teoria e prassi per dirigere un sistema complesso (2000) e Le idee che nuocciono alla sanità e alla salute (2007).
Gianni Tognoni è medico e, per 40 anni, responsabile della ricerca Clinica dell’istituto Mario Negri, nell’ambito di sperimentazione e politica dei farmaci, cardiologia, terapia intensiva, medicina generale, infermieristica, psichiatria, con interessi specifici in epidemiologia comunitaria e salute pubblica internazionale. Dal 1979 è segretario generale del Tribunale Permanente dei Popoli.
Coordina la serata Orazio Amboni del Dipartimento Welfare presso Cgil Bergamo.
Giornalista, collabora con Chora Media e Il Manifesto. È autore del saggio I due Marò. Tutto quello che non vi hanno detto (Alegre, 2013) e coautore con Simone Pieranni del podcast Altri Orienti. Ha vissuto in India ed è stato caporedattore per il giornale online China Files, specializzato in notizie dal continente asiatico. Si è occupato di questioni relative a minoranze religiose ed etniche nel Sud Est asiatico, nonché di gruppi vulnerabili, in particolare donne e migranti.
10 aprile ore 18:00
Secondo incontro del viaggio in quattro tappe attraverso ferrovie famose e linee dimenticate, treni ad alta velocità e treni locali che fermano in tutte le stazioni, alla scoperta delle storie e delle geografie di aree affascinanti e complesse: i Balcani, l’India, il Medio Oriente e la Cina.
Dopo la prima puntata a tema Balcani, prosegue la rassegna dedicata alla lettura degli eventi geopolitici mondiali attraverso le infrastrutture ferroviarie. Un percorso che attraversa linee ad alte velocità, ferrovie dimenticate, conflitti e geografie affascinanti per cercare di raccontare i territori con un approccio differente, fatto di storie, persone e viaggi.
In questo secondo incontro parleremo del conflitto infinito tra Pakistan e India e delle possibili vie di pace attraverso la storia del Samjhauta Express, il treno della pace che dal 1976 attraversa due volte la settimana il confine dei due stati. Una storia fatta di tentativi di dialogo, ma anche di violenze ed interruzioni, su quello che oggi è probabilmente il più breve tratto ferroviario al mondo.
Di questo discuteremo con Matteo Miavaldi, giornalista ed esperto di India e Asia.
Matteo Miavaldi, giornalista, collabora con Chora Media e Il Manifesto. È autore del saggio I due Marò. Tutto quello che non vi hanno detto (Alegre, 2013) e coautore con Simone Pieranni del podcast Altri Orienti. Ha vissuto in India ed è stato caporedattore per il giornale online China Files, specializzato in notizie dal continente asiatico. Si è occupato di questioni relative a minoranze religiose ed etniche nel Sud Est asiatico, nonché di gruppi vulnerabili, in particolare donne e migranti.
IL PERCORSO
Dopo il ciclo The River dello scorso anno, la Fondazione Serughetti La Porta propone un nuovo itinerario in quattro tappe per comprendere le trasformazioni politiche e storiche attraverso una prospettiva diversa dal solito.
Le ferrovie sono da sempre delle infrastrutture essenziali: permettono gli spostamenti di persone, merci e idee, collegano stati e regioni, contribuiscono allo sviluppo. Sui tracciati ferroviari si sono anche mosse dinamiche coloniali e di potere, la modernizzazione dei sistemi economici e la costruzione degli stati nazionali. Queste infrastrutture possono perciò fungere da chiave di lettura per cercare di capire meglio gli avvenimenti di luoghi che appaiono lontani e quasi esotici, ma sono comunque strettamente connessi alla storia e all’economia globale.
I viaggi lungo le ferrovie, tanto quelle più marginali e dimenticate quanto quelle dotate di un’aura quasi mitica, sono l’espediente narrativo che ci aiuterà a comprendere le trasformazioni politiche leggendole nella geografia e nella storia. Tanto negli ultimi due secoli quanto nei nostri giorni, i progetti di sviluppo delle reti ferroviarie offrono illuminanti spunti di analisi dei processi storici di lunga durata e delle grandi transizioni sociali. Lungo i binari delle ferrovie potremo vedere sia reti e opportunità di comunicazione, integrazione e cooperazione sia marginalità, tensioni e conflitti.
Lungo il percorso risaltano le popolazioni locali, che sono protagoniste e non solo fugaci figuranti delle narrazioni di viaggio. Ci guidano nel viaggio figure autorevoli di persone esperte delle aree visitate in ogni tappa.
Giulia Grechi è antropologa. I suoi interessi di ricerca includono gli studi culturali e postcoloniali, le migrazioni, la museologia, con un focus sulle rappresentazioni del corpo e sulla “italianità”, e su come le pratiche artistiche contemporanee possano ridiscutere e dare diversa forma a questi immaginari.
È socia fondatrice del collettivo curatoriale “Routes Agency. Cura of contemporary arts”, ora confluito nell’associazione culturale “Attitudes Spazio alle arti”. Ha collaborato con diversi progetti di ricerca internazionali, tra i quali REcall – European Conflict Archaeological Landscapes Reappropriation; Transnationalizing Modern Languages Mobility, Identity and Translation in Modern Italian Cultures; Transcultural Attentiveness.
Ha pubblicato i volumi monografici: La rappresentazione incorporata. Una etnografia del corpo tra stereotipi coloniali e arte contemporanea (Mimesis, 2016) e Decolonizzare il museo. Mostrazioni, pratiche artistiche, sguardi incarnati (Mimesis, 2021). Ha curato (con Iain Chambers e Mark Nash) il volume The Ruined Archive (Politecnico di Milano, 2014), e (con Viviana Gravano) Presente Imperfetto. Eredità coloniali e immaginari razziali contemporanei (Mimesis 2016).
Anna Chiara Cimoli è una storica dell’arte specializzata in Museologia. Si occupa di inclusione sociale nei musei, di progetti di co-curatela e di partecipazione ai processi culturali. Si occupa da vent’anni di museologia sociale, in particolare in collaborazione con ABCittà, un collettivo di urbanisti e educatori. Dal 2020 è co-progettista di “MUBIG”, il museo di comunità del quartiere di Greco a Milano. Ha pubblicato Musei effimeri. Allestimenti di mostre in Italia 1949-1963 (il Saggiatore, 2007), La divina proporzione, Triennale 1951 (con F. Irace, Electa, 2007), Che cosa vedi? Musei e pubblici adolescenti (Nomos edizioni, 2017), Approdi. Musei delle migrazioni in Europa (Clueb, 2018) e curato Senza titolo. Le metafore della didascalia (con M.C. Ciaccheri e N. Moolhuijsen, Nomos edizioni, 2020). Cura con Maria Vlachou il blog “Museums and Migrations” ed è responsabile della collana di museologia di “Nomos edizioni”.
Ciclo di incontri
CICLO DI INCONTRI
Quarto incontro “Verso il 25 aprile”, la rassegna aperta alla città promossa da Progetto Adriana in collaborazione con la Fondazione Serughetti La Porta.
Giovedì 4 aprile dalle 20.30
Di chi è lo spazio pubblico? La “cancel culture”: retoriche e trappole di un concetto scivoloso
Giulia Grechi, docente di Antropologia Culturale e Antropologia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, ne discute con Anna Chiara Cimoli, Ricercatrice in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli studi di Bergamo.
Entrambe hanno collaborato al progetto europeo “MeLa*-European Museums in an age of migrations”, all’interno del quale si è indagata la relazione tra musei, antropologia e arte contemporanea, e dirigono con Viviana Gravano la rivista di studi visivi Roots§Routes. Research on visual cultures.
Insegna Storia contemporanea presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, dove dal 2019 ha attivato l’insegnamento di Studi intersezionali di genere. Per due mandati componente del consiglio direttivo della Società italiana delle Storiche, ha fatto parte della redazione della rivista «Genesis».
È componente del collegio dei docenti del Dottorato in Storia dell’Università di Pisa e del gruppo internazionale “War and Psychiatry” (University of Michigan). Tre i principali campi di interesse scientifico: Gender e cittadinanza. Studi sulla «razza» e sul genere; Storia sociale e culturale della psichiatria; Storia delle amministrazioni locali nell’Italia repubblicana. Fra le sue pubblicazioni, ricordiamo Il genere della cittadinanza. Diritti civili e politici delle donne in Francia (1789-1915) (Roma, Viella, 2020) e Lo spazio pubblico delle donne: suffragio, cittadinanza, diritti politici, nel volume Storia delle donne nell’Italia contemporanea (Carocci 2023).
Ciclo di seminari
Quando diritto, storia e società si incontrano
Ciclo di seminari organizzati da Università degli Studi di Bergamo – Dipartimento di Giurisprudenza e la Fondazione La Porta
CICLO DI SEMINARI
Nella storia recente del nostro Paese, e non solo, le date di alcune leggi, sentenze, processi sono diventate particolarmente significative, segnando e accompagnando momenti cruciali di trasformazione.
Il Dipartimento di giurisprudenza dell’università di Bergamo e la Fondazione Serughetti – Centro studi e documentazione La Porta, avviando una collaborazione nel quadro delle attività universitarie di Public Engagement, hanno voluto costruire un percorso di riflessione fatto di più tappe, a cui hanno dato il titolo di IUS PRO-MEMORIA. Quando diritto, storia e società si incontrano: una sorta di calendario per attivare la memoria, usando il diritto e partendo dalla ricostruzione del fatto giuridico per innescare la conoscenza e l’approfondimento di vicende centrali nella costruzione della società italiana.
Gli incontri di IUS PRO-MEMORIA sono animati dal confronto tra il diritto, la storia e la filosofia, e sono pensati per aprire il dialogo con tutti e tutte coloro che, della propria storia e nella propria comunità politica, intendono essere protagonisti/e attivi di cittadinanza.
LE DATE
Questi gli appuntamenti previsti nel primo semestre 2024 (progetto finanziato nell’ambito del bando di Ateneo per iniziative di PE 2024):
_ MARZO 1946: DONNE AL VOTO Fondazione Serughetti La Porta, via Papa Giovanni XXIII, 30, Bergamo 27 marzo 2024, ore 17:30 Vinzia Fiorino, Università di Pisa – Barbara Pezzini, Università degli Studi di Bergamo
Una data che cambia la prospettiva della cittadinanza: un dialogo per comprendere l’impatto della questione di genere nella Costituzione, nella storia, nella società.
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20 MAGGIO 1970: LO STATUTO DEI LAVORATORI Fondazione Serughetti La Porta, via Papa Giovanni XXIII, 30, Bergamo 17 maggio 2024, ore 17:30 Paolo Barcella, Università degli Studi di Bergamo – Lorenzo Giasanti, Università degli Studi Milano Bicocca
Una data per riflettere su uno snodo decisivo per interpretare l’idea di una «Repubblica democratica fondata sul lavoro».
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DATE DA RICORDARE: il diritto tra passato e presente Fondazione Serughetti La Porta, via Papa Giovanni XXIII, 30, Bergamo 3 giugno 2024, ore 17:30 Francesco Filippi, storico della mentalità e formatore – Anna Mastromarino, Università degli Studi di Torino – Valentina Pisanty, Università degli Studi di Bergamo
Uno sguardo pluridisciplinare sui dispositivi di costruzione della memoria collettiva e pubblica.
Direttore dell’Oratorio di Nembro (BG) dal 2011 al 2022. Ora è sacerdote della parrocchia San Giuseppe a Bergamo
Lunedì 25 marzo ore 17:30
Presentazione del libro CAROVANE, la tempesta del covid e il futuro di una comunità, Vita e Pensiero, 2024 Introduce e coordina: Ivo Lizzola Intervengono gli autori: Claudio Cancelli e Matteo Cella Presso la Fondazione Serughetti La Porta
SUL LIBRO
Questo libro è dedicato alla comunità di Nembro. Don Matteo Cella è stato il sacerdote dell’Oratorio di Nembro dal 2011 al 2022; Claudio Cancelli è stato sindaco del Comune dal 2012 al 2022. Nei primi mesi del 2020, quando Nembro è diventato il centro più colpito dalla diffusione del COVID, hanno vissuto la paura e il dolore delle famiglie, hanno ascoltato la solitudine e lo spaesamento delle persone. Ma contemporaneamente, nei rispettivi ruoli, hanno sperimentato e sostenuto, stimolato e coordinato la risposta incredibile della loro comunità che si è attivata con creatività e passione, con capacità di condivisione e intelligenza. Hanno scelto di vivere la loro responsabilità comune. L’auspicio degli autori è che questo testo aiuti il lettore a trovare una speranza per il futuro e una ragione per essere protagonista insieme agli altri del destino delle comunità in cui vive e quindi del senso della propria esistenza.
Primo incontro della rassegna Letture di classici La marcia su Roma e dintorni, Emilio Lussu in dialogo con Mauro Magistrati, ANPI – Bergamo Presso la Fondazione Serughetti La Porta
SULLA RASSEGNA
Anche quest’anno la Fondazione Serughetti La Porta partecipa con piacere alla rassegna “Letture dei classici” promossa dall’Università degli Studi di Bergamo. La Fondazione, in collaborazione con ANPI provinciale, ospita la rilettura di Marcia su Roma e dintorni (Parigi, 1931), scritto autobiografico del politico e scrittore italiano Emilio Lussu.
Rosetta Placido è, con Stefano Frezza, referente territoriale per l’Abruzzo della campagna “Riprendiamoci il Comune”, nata con l’obiettivo di invertire la rotta rispetto alle politiche liberiste che in questi ultimi decenni hanno costretto i Comuni a mercificare i beni comuni, privatizzare i servizi pubblici locali, alienare il patrimonio pubblico e cementificare il territorio, privando le comunità locali di diritti e servizi. Nel suo più recente articolo, Una guerra coloniale, apparso il 12 gennaio 2024 su Comune.info e attac-italia.org, affronta con Antonio De Lellis il tema del conflitto israelo-palestinese.
Antonio De Lellis è revisore legale dei conti e consigliere nazionale di Pax Christi Italia. Per anni direttore della pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Termoli-Larino, ricopre i ruoli di presidente dell’Associazione FA.C.E.D. e della Comunità il Noce di Termoli, nonché di consigliere di Attac Italia.
Stefano Lucarelli insegna Politica economica presso l’Università degli studi di Bergamo. Si interessa di teoria monetaria della produzione, dinamica economica strutturale, finanziarizzazione, economia monetaria internazionale, innovazioni monetarie, e di problemi di politica economica internazionale e locale. Le sue principali pubblicazioni sono apparse su ‘Cambridge Journal of Economics’, ‘International Journal of Political Economy’, ‘Metroeconomica’. Tra le più recenti: La guerra capitalista: competizione, centralizzazione, nuovo conflitto imperialista (con Emiliano Brancaccio, Raffaele Giammetti; Mimesis, Milano-Udine, 2022) e Le crisi economiche nella storia contemporanea, in “Il Ponte: rivista mensile diretta da Piero Calamandrei”, a. 77, n. 1, 2021.
Mercoledì 19 marzo ore 17:30
Presentazione del libro Uscire dalla guerra, per un’economia di pace Intervengono: Antonio De Lellis, Rosetta Placido, Stefano Lucarelli Presso la Fondazione Serughetti La Porta
SUL LIBRO
L’intento di questo libro, scritto a più mani, è anche quello di offrire ulteriori contributi di riflessione per far comprendere meglio “la terza guerra mondiale a pezzetti”, per uscire da un sistema di guerra e costruire un’economia di pace. Vi si affrontano anche altri conflitti, di tipo economico, finanziario e in diversi luoghi della terra, in particolare il conflitto arabo-israeliano.
Viviamo un’epoca nella quale emergono tutti i nodi del modello dominante: la crisi climatica, la guerra, l’eclissi della democrazia, dell’uguaglianza e della giustizia.
La speranza degli autori e dei curatori del volume è quella di offrire piste per uscire dalla guerra e costruire una economia di pace nonviolenta, attraverso una risposta globale, per liberare la mente e il pianeta, superando la retorica della sicurezza.
La pace disarmata è il nuovo paradigma della politica. Esercitarsi a vedere il conflitto anche quando non fa rumore è il primo passo da intraprendere.
UN LAVORO CONDIVISO
Il libro, curato da Antonio De Lellis, Rosetta Placido e Stefano Risso, dal titolo “Uscire dalla Guerra, per un’economia di pace”, edito dalla Cittadella editrice di Assisi, è il risultato di un lavoro condiviso, tra numerosi studiosi, tra i quali Stefano Lucarelli, economista e docente dell’università di Bergamo.
Gabriele Battaglia è giornalista web e redattore senior abilitato. È vissuto a lungo a Pechino, dove lavora per la Radiotelevisione della Svizzera Italiana (RSI) e collabora con altre testate italiane e straniere, fra cui Radio Popolare. È autore di Buonanotte Signor Mao (Milieu, 2017), Fucili contro Burma (Informant, 2014), Massa per velocità. Un racconto dalla Cina profonda (Prospero, 2021) e Gioco per corrispondenza (Scatole parlanti, 2022).
Giornalista, collabora con Chora Media e Il Manifesto. È autore del saggio I due Marò. Tutto quello che non vi hanno detto (Alegre, 2013) e coautore con Simone Pieranni del podcast Altri Orienti. Ha vissuto in India ed è stato caporedattore per il giornale online China Files, specializzato in notizie dal continente asiatico. Si è occupato di questioni relative a minoranze religiose ed etniche nel Sud Est asiatico, nonché di gruppi vulnerabili, in particolare donne e migranti.
Reporter freelance e documentarista, lavora come reporter in aree di crisi dal 2007 ed è conduttrice e autrice per Rai Radio 3. Specializzata in Medio Oriente, con particolare focus su Iraq e Yemen, ha lavorato dal 2012 al 2015 come corrispondente da Sanaa (Yemen) per l’agenzia video-giornalistica americano-libanese Transterra Media. Collabora con media stranieri, tra cui The Washington Post, Al Jazeera English, Al Jazeera Arabic, e italiani (fra gli altri, Rainews24, Tg3 Agenda del Mondo, Sky Tg24, Tv2000, Radio Popolare, Radio in Blu, Radio24). Ha girato, autoprodotto e distribuito dieci documentari, tra i quali Yemen, nonostante la guerra (2019). Ha vinto diversi premi e dal 2007 insegna in diverse istituzioni italiane ed europee. Ha scritto l’e-book Lettere da Guantanamo (Il Reportage, 2016) e, insieme a Paola Cannatella, il graphic novel La sposa yemenita (Becco Giallo, 2017), tradotto in quattro lingue.
Giornalista web e redattore senior abilitato. Vive a Pechino dal 2011, dove lavora per la Radiotelevisione della Svizzera Italiana (RSI) e collabora con altre testate italiane e straniere, fra cui Radio Popolare. È autore di Buonanotte Signor Mao (Milieu, 2017), Fucili contro Burma (Informant, 2014), Massa per velocità. Un racconto dalla Cina profonda (Prospero, 2021) e Gioco per corrispondenza (Scatole parlanti, 2022).
6 marzo, 10 aprile, 15 maggio, 29 maggio
Un viaggio in quattro tappe attraverso ferrovie famose e linee dimenticate, treni ad alta velocità e treni locali che fermano in tutte le stazioni, alla scoperta delle storie e delle geografie di aree affascinanti e complesse: i Balcani, l’India, il Medio Oriente e la Cina.
Dopo il ciclo The River dello scorso anno, la Fondazione Serughetti La Porta propone un nuovo itinerario in quattro tappe per comprendere le trasformazioni politiche e storiche attraverso una prospettiva diversa dal solito.
Le ferrovie sono da sempre delle infrastrutture essenziali: permettono gli spostamenti di persone, merci e idee, collegano stati e regioni, contribuiscono allo sviluppo. Sui tracciati ferroviari si sono anche mosse dinamiche coloniali e di potere, la modernizzazione dei sistemi economici e la costruzione degli stati nazionali. Queste infrastrutture possono perciò fungere da chiave di lettura per cercare di capire meglio gli avvenimenti di luoghi che appaiono lontani e quasi esotici, ma sono comunque strettamente connessi alla storia e all’economia globale.
I viaggi lungo le ferrovie, tanto quelle più marginali e dimenticate quanto quelle dotate di un’aura quasi mitica, sono l’espediente narrativo che ci aiuterà a comprendere le trasformazioni politiche leggendole nella geografia e nella storia. Tanto negli ultimi due secoli quanto nei nostri giorni, i progetti di sviluppo delle reti ferroviarie offrono illuminanti spunti di analisi dei processi storici di lunga durata e delle grandi transizioni sociali. Lungo i binari delle ferrovie potremo vedere sia reti e opportunità di comunicazione, integrazione e cooperazione sia marginalità, tensioni e conflitti.
Lungo il percorso risaltano le popolazioni locali, che sono protagoniste e non solo fugaci figuranti delle narrazioni di viaggio. Ci guidano nel viaggio figure autorevoli di persone esperte delle aree visitate in ogni tappa.
Marco Carlone è video reporter e fotografo freelance. Collabora principalmente con la Radiotelevisione della svizzera italiana (RSI) con brevi reportage dall’Italia e dai paesi dell’Europa centro-orientale, mentre sulla carta stampata scrive e fotografa per La Nuova Ecologia, il mensile di Legambiente. Ha all’attivo pubblicazioni con più di 20 testate italiane e straniere, tra cui Internazionale, Arte TV, Rainews24, Euronews, Balkan Insight, Altreconomia. Nei suoi lavori giornalistici si occupa di ambiente, piccole comunità, conflitti sociali, geografie e da sempre è appassionato di ferrovie. Binario est. Un viaggio sulle ferrovie più ignorate, vecchie e scalcagnate d’Europa (Bottega Errante, 2022) è una sua recente pubblicazione.
Matteo Miavaldi, giornalista, collabora con Chora Media e Il Manifesto. È autore del saggio I due Marò. Tutto quello che non vi hanno detto (Alegre, 2013) e coautore con Simone Pieranni del podcast Altri Orienti. Ha vissuto in India ed è stato caporedattore per il giornale online China Files, specializzato in notizie dal continente asiatico. Si è occupato di questioni relative a minoranze religiose ed etniche nel Sud Est asiatico, nonché di gruppi vulnerabili, in particolare donne e migranti.
Laura Silvia Battaglia, reporter freelance e documentarista, lavora come reporter in aree di crisi dal 2007 ed è conduttrice e autrice per Rai Radio 3. Specializzata in Medio Oriente, con particolare focus su Iraq e Yemen, ha lavorato dal 2012 al 2015 come corrispondente da Sanaa (Yemen) per l’agenzia video-giornalistica americano-libanese Transterra Media. Collabora con media stranieri, tra cui The Washington Post, Al Jazeera English, Al Jazeera Arabic, e italiani (fra gli altri, Rainews24, Tg3 Agenda del Mondo, Sky Tg24, Tv2000, Radio Popolare, Radio in Blu, Radio24). Ha girato, autoprodotto e distribuito dieci documentari, tra i quali Yemen, nonostante la guerra (2019). Ha vinto diversi premi e dal 2007 insegna in diverse istituzioni italiane ed europee. Ha scritto l’e-book Lettere da Guantanamo (Il Reportage, 2016) e, insieme a Paola Cannatella, il graphic novel La sposa yemenita (Becco Giallo, 2017), tradotto in quattro lingue.
Gabriele Battaglia è giornalista web e redattore senior abilitato. Vive a Pechino dal 2011, dove lavora per la Radiotelevisione della Svizzera Italiana (RSI) e collabora con altre testate italiane e straniere, fra cui Radio Popolare. È autore di Buonanotte Signor Mao (Milieu, 2017), Fucili contro Burma (Informant, 2014), Massa per velocità. Un racconto dalla Cina profonda (Prospero, 2021) e Gioco per corrispondenza (Scatole parlanti, 2022).
DISSENSO E ISTANZE DI CAMBIAMENTO NEL MONDO CATTOLICO DEL POSTCONCILIO Spunti di riflessione e presentazione di una ricerca sulla realtà bergamasca
Per partecipare al convegno da remoto collegati tramite il seguente link clicca qui
PROGRAMMA DELLA GIORNATA
Prima sessione – dalle ore 10:00 – coordina Paolo Zanini, Università degli Studi di Milano Saluti Fondazione Serughetti Centro Studi e Documentazione La Porta ETS e Dipartimento di Studi storici dell’Università degli Studi di Milano
La contestazione cattolica nei lunghi anni Sessanta Alessandro Santagata, Università degli Studi di Padova
Preti e operai. Lotte sindacali, riforma della Chiesa e radicalità evangelica negli itinerari dei sacerdoti al lavoro Marta Margotti, Università di Torino
Fede e politica nella Bergamo degli anni Settanta Paolo Naso, Sapienza Università di Roma
Seconda sessione – dalle ore 14:30 – coordina Francesco Mores, Università degli Studi di Milano, Fondazione Serughetti La Porta
Archivi di fonti orali e ricerca storica: il “caso” italiano Alessandro Casellato, Università Cà Foscari Venezia
Il fermento cattolico a Bergamo dopo il Vaticano II. Tra memoria e storia – Presentazione della ricerca Tiziana Danelli, Università Vita-Salute San Raffaele Milano
Conclusione Relatrici e relatori, coordinati da Francesco Mores, dialogheranno con il pubblico
LA RICERCA
Nel corso dell’anno accademico 2022/2023, grazie a una generosa donazione, la Fondazione Serughetti La Porta ha concordato con l’Università degli Studi di Milano l’avvio di un assegno di ricerca dal titolo Forme e conflitti della solidarietà sociale. Il post-concilio a Bergamo (1968-1977). Per la Fondazione si tratta di un’occasione importante per riprendere la sua funzione di centro studi e documentazione che la scarsità delle risorse disponibili non ci ha finora consentito di curare come avremmo voluto.
La dott.ssa Tiziana Danelli, vincitrice del bando, lavorando a stretto contatto con noi per un anno, ha raccolto e ordinato documentazione, ha esplorato archivi, ha intervistato e raccolto le voci di testimoni…. Ora ha concluso la ricerca, che trovate illustrata nei suoi dettagli nel documento che potete trovare in questa newsletter.
La conclusione di questo lavoro e la sua presentazione al pubblico bergamasco e alla comunità scientifica avverrà nel contesto di una Giornata di Studi in cui studiosi e studiose affronteranno il tema da diversi punti di vista e con angoli disciplinari differenti.
Nei nostri intenti, questa è solo la prima tappa di un percorso che ci impegnerà nei prossimi anni. Grazie al lavoro di Danelli, alle registrazioni delle interviste e ai documenti che ci sono stati consegnati nel corso della ricerca, La Porta ospiterà il primo nucleo di un archivio delle realtà che si sono esposte in posizioni di “dissenso” all’interno del mondo cattolico bergamasco del post concilio. Un archivio che intendiamo arricchire nel tempo con altra documentazione; studieremo come sollecitare le donazioni e come raccogliere risorse per digitalizzare tutto il materiale e metterlo a disposizione della comunità scientifica e della cittadinanza.
L’obiettivo è che attorno a questo primo nucleo di documentazione e di testimonianze possa essere avviato un lavoro che ricostruisca una fase importante della società e della chiesa bergamasca e interpelli con la dovuta serietà le stesse radici culturali della Fondazione.
Forme e conflitti della solidarietà sociale. Il post-concilio a Bergamo (1968-1977) Tiziana Danelli e Francesco Mores Sotto è disponibile la presentazione della ricerca.
Professore emerito di Storia del cristianesimo all’Università degli Studi di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Streghe (Bologna 2006), Valdo l’eretico di Lione (Torino 2010), Eretici ed eresie medievali (Bologna 2011), Il cristianesimo medievale in Occidente (Roma-Bari 2012), Frate Francesco (Bologna 2013). È stato presidente della Società internazionale di studi francescani dal 1994 al 2022.
Insegna Storia economica e sociale del medioevo e Didattica della storia all’Università degli Studi di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Banca e politica a Milano a metà Quattrocento (Roma 2010); La spada e la grazia. Vite di aristocratici nel Trecento subalpino (Torino 2011); Il valore di un castello. Il controllo del territorio in Valle d’Aosta fra XIII e XV secolo (Milano 2016). Il suo libro più recente è L’età del lume. Una storia della luce nel medioevo (Bologna 2023).
Ha insegnato Filologia medioevale e umanistica (Letteratura latina medioevale e umanistica) presso la Facoltà di Musicologia di Cremona, Università degli Studi di Pavia. Fa parte della redazione della rivista «Filologia mediolatina» ed è membro di diverse istituzioni culturali, fra cui l’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Bergamo, la Direzione centrale dei Monumenta Germaniae Historica di Monaco di Baviera e Società Internazionale per lo Studio del medioevo latino. Il suo libro più recente è “Non ore orandum solo” nelle vicende del monastero di Santa Grata “in Columnellis” a Bergamo (Firenze 2020).
Insegna Storia della chiesa all’Università degli Studi di Milano. Si occupa di modernismo (è autore del libro Louis Duchesne. Alle origini del modernismo, Brescia 2015, e curatore della sezione monografia Il “medioevo cristiano” di Ernesto Buonaiuti, «Rivista di storia del cristianesimo», 19, 1, 2022) e di storia della ricerca storica (ha curato la riedizione del libro di Arsenio Frugoni Arnaldo da Brescia nelle fonti del secolo XII, Bologna 2021, e degli Appunti sulle eresie dei secoli XI-XIII di Delio Cantimori, Roma 2024). È membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Serughetti La Porta ETS.
Presentazione del libro Eretiche ed eretici medievali, Carocci Editore, 2023 Coordina: Grado Giovanni Merlo (Università degli Studi di Milano) Intervengono: Beatrice Del Bo (Università degli Studi di Milano), Maria Rosa Cortesi (Università degli Studi di Pavia), Francesco Mores (Università degli Studi di Milano/Centro La Porta) Interviene la curatrice Marina Benedetti (Università degli Studi di Milano)
INGRESSO LIBERO
SUL LIBRO
Nel medioevo nessuno si è mai definito eretica o eretico. Eresia significa “scelta”: infatti, l’eretico medievale è un disobbediente rispetto al conformismo religioso, sceglie di seguire il Vangelo e ripropone la Parola di Gesù. Il non conformismo religioso di donne e uomini è alla base di un libertario “moto di cultura”, un dinamismo evangelico condannato e perseguitato. La “scelta” ereticale nel medioevo è anche una rivoluzione culturale che coinvolge chierici, donne e uomini, laiche e laici di strati sociali diversi: accanto ai più noti Bogomil, Arnaldo da Brescia, Valdo di Lione, Dolcino da Novara, John Wyclif, Jan Hus, ai valdesi, ai catari, ai templari, ai lollardi e agli hussiti, emergono numerose figure femminili, quali Guglielma, Margherita detta Porète, Margherita detta la bella, Giovanna d’Arco, oltre ad apostole e beghine. L’attenzione posta dal volume all’identità nel medioevo, ma anche al riverbero nel XX secolo di termini metacronici – eresia/eretici – dimostra come le molteplici varianti della «disobbedienza» religiosa del passato continuino ad affascinare il presente e ad essere strumentalizzate.
GRADO GIOVANNI MERLO è professore emerito di Storia del cristianesimo all’Università degli Studi di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Streghe (Bologna 2006), Valdo l’eretico di Lione (Torino 2010), Eretici ed eresie medievali (Bologna 2011), Il cristianesimo medievale in Occidente (Roma-Bari 2012), Frate Francesco (Bologna 2013). È stato presidente della Società internazionale di studi francescani dal 1994 al 2022.
BEATRICE DEL BO insegna Storia economica e sociale del medioevo e Didattica della storia all’Università degli Studi di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Banca e politica a Milano a metà Quattrocento (Roma 2010); La spada e la grazia. Vite di aristocratici nel Trecento subalpino (Torino 2011); Il valore di un castello. Il controllo del territorio in Valle d’Aosta fra XIII e XV secolo (Milano 2016). Il suo libro più recente è L’età del lume. Una storia della luce nel medioevo (Bologna 2023).
MARIA ROSA CORTESI ha insegnato Filologia medioevale e umanistica (Letteratura latina medioevale e umanistica) presso la Facoltà di Musicologia di Cremona, Università degli Studi di Pavia. Fa parte della redazione della rivista «Filologia mediolatina» ed è membro di diverse istituzioni culturali, fra cui l’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Bergamo, la Direzione centrale dei Monumenta Germaniae Historica di Monaco di Baviera e Società Internazionale per lo Studio del medioevo latino. Il suo libro più recente è “Non ore orandum solo” nelle vicende del monastero di Santa Grata “in Columnellis” a Bergamo (Firenze 2020).
FRANCESCO MORES insegna Storia della chiesa all’Università degli Studi di Milano. Si occupa di modernismo (è autore del libro Louis Duchesne. Alle origini del modernismo, Brescia 2015, e curatore della sezione monografia Il “medioevo cristiano” di Ernesto Buonaiuti, «Rivista di storia del cristianesimo», 19, 1, 2022) e di storia della ricerca storica (ha curato la riedizione del libro di Arsenio Frugoni Arnaldo da Brescia nelle fonti del secolo XII, Bologna 2021, e degli Appunti sulle eresie dei secoli XI-XIII di Delio Cantimori, Roma 2024). È membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Serughetti La Porta ETS.
MARINA BENEDETTI insegna Storia del cristianesimo all’Università degli Studi di Milano. Si occupa di eresie medievali soprattutto al femminile (Io non sono Dio. Guglielma di Milano e i Figli dello Spirito santo, Milano 20042; Condannate al silenzio. Le eretiche medievali, Milano 2017), di inquisizione (Medioevo inquisitoriale, Roma 2011) e di valdesi (ha curato con E. Cameron, A Companion to the Waldenses in the Middle Ages, Leiden-Boston 2022). Per Carocci editore ha curato Storia del cristianesimo, vol. II L’età medievale (secoli VII-XV), Roma 20227.
Presentazione del libro Disarmo nucleare. È l’ora di mettere al bando le armi nucleari, prima che sia troppo tardi Paolo Vitali dialoga con l’autore Francesco Vignarca, coordinatore delle Campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo Presso la Fondazione Serughetti La Porta
SUL LIBRO
Disarmo nucleare. È ora di mettere al bando le armi nucleari. Prima che sia troppo tardi Mai come oggi il mondo si è avvicinato a una catastrofe nucleare: ecco perché bisogna smantellare gli arsenali nucleari. Questo libro racconta la storia e le prospettive della campagna “Italia, ripensaci”. Le recenti crisi internazionali hanno riportato sotto gli occhi di tutti i rischi dell’utilizzo di armi nucleari: una “minaccia esistenziale”, una escalation che potrebbe portare alla distruzione quasi completa dell’umanità. Il pericolo derivante dagli arsenali dei Paesi che possiedono testate nucleari ha origine dalla Guerra fredda ed è ancora concreto. Questo libro ricostruisce l’evoluzione delle armi nucleari, con numeri aggiornati delle testate, i loro depositi in Europa, il pericolo della “teoria della deterrenza”, come funziona il “bottone rosso” e l’impatto devastante di una guerra nucleare. E racconta la storia e le prospettive del disarmo nucleare, in particolare con le campagne ICAN e “Italia, ripensaci”.
Francesco Vignarca è il Coordinatore Campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo, partner della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Premio Nobel per la Pace 2017) e promotrice insieme a Senzatomica della mobilitazione “Italia, ripensaci” per l’adesione del nostro Paese al Trattato di proibizione delle armi nucleari TPNW. L’autore – che si occupa da oltre 15 anni di produzione e commercio di armi, di spese militari e di acquisizione di sistemi d’arma ha seguito fin dai primordi la campagna ICAN, partecipando anche ai negoziati per il TPNW e il 7 luglio 2017 al Palazzo di Vetro ONU di New York alla storica sessione che lo ha votato e adottato.