La riscrittura è un fenomeno presente nella stessa Bibbia e poi opera di tanti, credenti e non credenti. Il fatto letterario è noto; il riscrivere invece è poco messo a tema, perché materia inafferrabile per modi, intenti e risultati. Questo volume se ne fa carico, propone piste di lettura e traccia linee di dialogo tra il fronte teologico e quello letterario.
Una buona riscrittura biblica deve saper inquietare, toccare nel profondo, coinvolgere, animare. Non tutti i lettori accettano un tale trasporto e non tutti i testi sanno trasportare. Ma di fronte ai tanti dubbi che ancora avvolgono il magma eterogeneo che abbiamo tentato di maneggiare, di una cosa siamo certi: è riscrittura la parola capace di resurrezione.
L'incontro si svolgerà presso la sede del Centro Culturale Protestante via T. Tasso 55 (cortile interno) - Bergamo
La lunga storia dei movimenti delle donne nel mondo arabo-islamico
Conversazione con Renata Pepicelli, professoressa associata all’Università di Pisa dove insegna Islamologia, Studi islamici: pensiero, politica, genere, storia del mondo arabo contemporaneo.
A T-shirt with the image of Mahsa (Jina) Amini is draped over the shoulders of a protestor at a rally in Toronto that began on U of T’s St. George campus and continued to Queen’s Park (photo by Polina Teif)
Renata Pepicelli è professoressa associata all’Università di Pisa dove insegna Islamologia, Studi islamici: pensiero, politica, genere, storia del mondo arabo contemporaneo.
Il velo nell’Islam. Storia, politica, estetica. Carocci, 2012
Le donne nei media arabi. Tra aspettative tradite e nuove opportunità, curatela, Carocci, 2014
Giovani musulmane in Italia. Percorsi biografici e pratiche quotidiane, curatela con Ivana Acocelli, Il Mulino, 2015
Transnazionalismo, cittadinanza, pensiero islamico. Forme di attivismo dei giovani musulmani in Italia, curatela con Ivana Acocelli, Il Mulino, 2018
Afriche e orienti (2016). Vol. 1: movimenti delle donne in Nord Africa e Medio Oriente: percorsi e generazioni «femministe» a confronto, vol. I. curatela con Anna Vanzan, Aiep, 2018
“Perché dovrei fermarmi?” DONNA VITA LIBERTA’
Nello scorso mese di settembre Mahsa Amini muore mentre è sotto la custodia della polizia morale di Teheran, arrestata perché indossava il velo in modo “inappropriato”. Da questo episodio prende avvio una grande mobilitazione di protesta che vede molte donne tra la protagoniste decise a chiedere il rispetto delle libertà fondamentali, uguaglianza dei diritti, giustizia sociale.
Una realtà, che per molti versi ci appare lontana e diversa, si rende con forza visibile per il coraggio e la determinazione dei soggetti che si ribellano e per la violenza della repressione che subiscono. Una realtà che sentiamo il bisogno di conoscere e cercare di comprendere per evitare facili semplificazioni e per non accontentarci di una cronaca che non rende giustizia di percorsi che hanno radici profonde.
Partendo da un verso della scrittrice iraniana Forugh Farrokhzad, proponiamo un percorso di conoscenza che passa attraverso la letteratura, il cinema e la ricerca per ascoltare le voci delle/dei protagonisti, avvicinarci con alcuni strumenti in più a una vicenda che ci scuote e ci interroga.
In collaborazione con: Libreria Palomar, Cineteatro Qohelet, Comune di Bergamo, Assessorato alla Pace, Coordinamento Enti Locali per la Pace, Rete della Pace di Bergamo.scopri il programma
Insegna Storia e Cultura del Medio Oriente presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia. I suoi interessi di ricerca vertono sulle identità religiose ed etniche e sulla storia degli spazi urbani mediorientali. Collabora con il Master in Middle Eastern Studies dell’ASERI (Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali) di Milano. Ha pubblicato su riviste italiane («Storia Urbana», «Oriente Moderno», «Il Politico») ed è autore di capitoli in diversi volumi collettanei internazionali.
Strade di donne in Iran. Generi, generazioni, rivolte
conversazione intorno a una ricerca in via di pubblicazione nella collana “MANIFESTA” di Astarte Edizioni. L’autrice Rassa Ghaffari ne discute con Francesco Mazzucotelli
Raccontare voci, lotte, soggettività e istanze di genere, spesso sconosciute o fraintese, che attraversano le società del Mediterraneo, del Nord Africa e dell’Asia sud-occidentale, da una prospettiva femminista e decoloniale: è questo l’intento con cui nasce “Manifesta“, la nuova collana editoriale diretta da Renata Pepicelli, docente di Islamologia e Storia del mondo arabo contemporaneo presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, e pubblicata da Astarte Edizioni, casa editrice indipendente e primo spin-off umanistico dell’Università di Pisa.
Rassa Ghaffariè laureata in Studi dell’Africa e Asia presso l’Università di Pavia e ha conseguito nel 2020 un dottorato di ricerca in Sociologia all’Università di Milano-Bicocca, dove si è occupata di ruoli e rappresentazioni di genere in Iran. Presso la stessa università, ha lavorato come docente a contratto di Sociologia della Famiglia e tutor didattico di numerosi corsi di sociologia.
“Perché dovrei fermarmi?” DONNA VITA LIBERTA’
Nello scorso mese di settembre Mahsa Amini muore mentre è sotto la custodia della polizia morale di Teheran, arrestata perché indossava il velo in modo “inappropriato”. Da questo episodio prende avvio una grande mobilitazione di protesta che vede molte donne tra la protagoniste decise a chiedere il rispetto delle libertà fondamentali, uguaglianza dei diritti, giustizia sociale.
Una realtà, che per molti versi ci appare lontana e diversa, si rende con forza visibile per il coraggio e la determinazione dei soggetti che si ribellano e per la violenza della repressione che subiscono. Una realtà che sentiamo il bisogno di conoscere e cercare di comprendere per evitare facili semplificazioni e per non accontentarci di una cronaca che non rende giustizia di percorsi che hanno radici profonde.
Partendo da un verso della scrittrice iraniana Forugh Farrokhzad, proponiamo un percorso di conoscenza che passa attraverso la letteratura, il cinema e la ricerca per ascoltare le voci delle/dei protagonisti, avvicinarci con alcuni strumenti in più a una vicenda che ci scuote e ci interroga.
In collaborazione con: Libreria Palomar, Cineteatro Qohelet, Comune di Bergamo, Assessorato alla Pace, Coordinamento Enti Locali per la Pace, Rete della Pace di Bergamo.
scopri il programma
Gli orsi non esistono ritrae due storie d’amore parallele. Due storie in cui gli amanti vengono osteggiati dalle forze della superstizione, dalle meccaniche del potere e da ostacoli nascosti e inevitabili. 79° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Premio speciale della Giuria.
“Perché dovrei fermarmi?” DONNA VITA LIBERTA’
Nello scorso mese di settembre Mahsa Amini muore mentre è sotto la custodia della polizia morale di Teheran, arrestata perché indossava il velo in modo “inappropriato”. Da questo episodio prende avvio una grande mobilitazione di protesta che vede molte donne tra la protagoniste decise a chiedere il rispetto delle libertà fondamentali, uguaglianza dei diritti, giustizia sociale.
Una realtà, che per molti versi ci appare lontana e diversa, si rende con forza visibile per il coraggio e la determinazione dei soggetti che si ribellano e per la violenza della repressione che subiscono. Una realtà che sentiamo il bisogno di conoscere e cercare di comprendere per evitare facili semplificazioni e per non accontentarci di una cronaca che non rende giustizia di percorsi che hanno radici profonde.
Partendo da un verso della scrittrice iraniana Forugh Farrokhzad, proponiamo un percorso di conoscenza che passa attraverso la letteratura, il cinema e la ricerca per ascoltare le voci delle/dei protagonisti, avvicinarci con alcuni strumenti in più a una vicenda che ci scuote e ci interroga.
In collaborazione con: Libreria Palomar, Cineteatro Qohelet, Comune di Bergamo, Assessorato alla Pace, Coordinamento Enti Locali per la Pace, Rete della Pace di Bergamo.scopri il programma
Leggere il Giorno della Memoria – LA DEPORTAZIONE DEGLI EBREI ROMANI lettura continua del libro 16 ottobre 1943 di Giacomo Debenedetti Letture accompagnate da musiche suonate dal vivo, per non dimenticare.
16 ottobre 1943 di G. Debenedetti racconta la razzia effettuata nel ghetto di Roma dalle SS di Kappler, che in una sola mattinata arrestarono più di mille ebrei destinandoli ai campi della morte. Un breve testo, di rara efficacia, scritto pochi mesi dopo la razzia. Leggere integralmente questo libretto è un atto di assunzione di responsabilità collettiva con cui rinnoviamo il nostro impegno contro il nazifascismo.
Transiti Percorsi di scrittura femminile tra Iran e America presentazione del libro di Giulia Valsecchi, Mimesis, 2021 ne discute con l’autrice Bianca Maria Filippini, editrice di Ponte33
Negli anni che precedono e seguono la rivoluzione iraniana, il crescendo di atti di restrizione libertaria motiva tentativi di fuga e volontà di autodeterminazione. Le ondate diasporiche, perlopiù verso Europa e Stati Uniti, lentamente tramutano le estraneità vissute in patria in un posizionamento instabile, contrassegnato da “stati del tra” e definizioni confuse. Questa narrazione a più voci vorrebbe abbattere almeno una parete delle mura invisibili sollevate attorno alle opere letterarie di autrici irano-americane di differenti retaggi e generazioni. Poesie, racconti, romanzi e memoir sono la mappa di un’indagine che raccoglie tracce di straniamento e le esamina come prove di riscrittura del sé. Oscillazioni e spaesamenti sembrano predisporre ogni scrittura a essere strumento di revisione di una condizione identitaria incerta, trame e composizioni sono rilette come drammatizzazioni visibili di un transito.
Giulia Valsecchi è assegnista di ricerca presso l’Università degli studi di Bergamo, dove ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Studi Umanistici Interculturali e collabora alla progettazione di iniziative di divulgazione scientifica. Ha pubblicato Istanbul. Dalla finestra di Pamuk (Unicopli 2010), Cosa dicono le foglie del tè? Riti e ricette di madre in figlia dalla letteratura persiana alla poesia araba contemporanea (Il Leone Verde 2013), Transiti. Percorsi di scrittura femminile tra Iran e America (Mimesis, 2021) e contributi saggistici in riviste scientifiche (Enthymema, Iperstoria, Storia Urbana) e collettanee (Iran and the West. Cultural Perceptions from the Sasanian Empire to the Islamic Republic, I. B. Tauris 2018). Prosegue oggi la ricerca sulla letteratura femminile irano-americana, affiancandola a progetti di didattica laboratoriale e scrittura drammaturgica.
“Perché dovrei fermarmi?” DONNA VITA LIBERTA’
Nello scorso mese di settembre Mahsa Amini muore mentre è sotto la custodia della polizia morale di Teheran, arrestata perché indossava il velo in modo “inappropriato”. Da questo episodio prende avvio una grande mobilitazione di protesta che vede molte donne tra la protagoniste decise a chiedere il rispetto delle libertà fondamentali, uguaglianza dei diritti, giustizia sociale.
Una realtà, che per molti versi ci appare lontana e diversa, si rende con forza visibile per il coraggio e la determinazione dei soggetti che si ribellano e per la violenza della repressione che subiscono. Una realtà che sentiamo il bisogno di conoscere e cercare di comprendere per evitare facili semplificazioni e per non accontentarci di una cronaca che non rende giustizia di percorsi che hanno radici profonde.
Partendo da un verso della scrittrice iraniana Forugh Farrokhzad, proponiamo un percorso di conoscenza che passa attraverso la letteratura, il cinema e la ricerca per ascoltare le voci delle/dei protagonisti, avvicinarci con alcuni strumenti in più a una vicenda che ci scuote e ci interroga.
In collaborazione con: Libreria Palomar, Cineteatro Qohelet, Comune di Bergamo, Assessorato alla Pace, Coordinamento Enti Locali per la Pace, Rete della Pace di Bergamo.scopri il programma