Dottorando presso l’Università degli Studi della Tuscia
Perché l’ordine internazionale liberale ha fallito (1989-2024) (Raffaello Cortina Editore, 2025)
11 dicembre 2025 dalle 17:30
L’autore Alessandro Colombo dialoga con Michele Linfozzi, Coordinatore scuola di educazione e formazione politica We Care
Presso: Fondazione Serughetti la Porta
Dopo quasi quarant’anni dalla fine della Guerra fredda, la guerra è tornata dalla periferia al centro del sistema internazionale, costringendo l’Europa e il mondo a confrontarsi persino con il rischio di uno scontro diretto tra grandi potenze. Questo disincanto è il segno per eccellenza del collasso dell’ordine internazionale: un collasso che investe i rapporti diplomatici, le istituzioni internazionali, la globalizzazione economica e le norme fondamentali della convivenza internazionale – a cominciare da quelle sull’uso e sui limiti dell’uso della forza. Da qui, allora, l’urgenza di chiedersi come sia stato possibile ricadere in questa condizione, dopo le illusioni e l’euforia di soli trent’anni fa. Rinunciando come prima cosa a contrapporre una presunta età dell’oro dell’apertura e dell’ottimismo a una regressione nella chiusura e nel risentimento. E riconoscendo come, in realtà, la condizione attuale sia in larga parte figlia delle forzature, delle amnesie e dei veri e propri errori che l’ordine internazionale liberale ha accumulato già a partire dalla sua fondazione.
Un ciclo di tre film per tornare alle guerre dei Balcani a trent’anni dagli accordi di Dayton
Mercoledì 19 novembre ore 21 Quo vadis, Aida? 2020, Regia di Jasmila Žbanić scheda film
Mercoledì 26 novembre ore 21 A perfect day, 2015, Regia di Fernando León de Aranoa scheda film
Mercoledì 3 dicembre ore 21 L’assedio. Gente di Sarajevo, 2015, Regia di Giancarlo Bocchi scheda film
Presso: Sala Qoelet, via Leone XIII, 22 Bergamo
Trent’anni dopo la sigla degli accordi di pace gli effetti a lungo termine della divisione politica e etnica nei Balcani si fanno ancora sentire. Torniamo oggi a quel conflitto durante il quale si utilizzarono, forse per la prima volta dalla fine delle seconda guerra mondiale, categorie come genocidio, pulizia etnica; torniamo a quel conflitto che suscitò una delle più grandi mobilitazioni della società civile europea che chiedeva alla comunità politica di intervenire per mettere fine all’assedio di Sarajevo e al massacro e alla deportazione della popolazione civile; torniamo lì dove cominciammo a mettere in dubbio che il monito MAI PIU’ emerso dopo la seconda guerra mondiale potesse essere veramente una bussola di riferimento; torniamo infine lì dove le iniziative del movimento pacifista e nonviolento sperimentò forme di interposizione e di cooperazione decentrata che anche a Bergamo ebbero grande seguito.
E non sbagliamo se ci pare che tutto ciò riguardi Gaza.
Torniamo a Sarajevo per riflettere sulle guerre di oggi e lo facciamo con il cinema, uno strumento inconsueto per noi della Porta ma che, in questa occasione, può risultare convincente. Ringraziamo perciò l’associazione Le Piane e la sala Qoelet per la collaborazione e la copromozione dell’iniziativa.
Un centro studi e un media specializzato sull’Europa sud-orientale, la Turchia, l’Europa orientale e il Caucaso e sulle politiche dell’UE in tema di libertà dei media, società civile, allargamento ad Est e politiche di coesione. Nato nel 2000 in risposta al bisogno di informazione e dibattito espresso dalla società civile impegnata per l’integrazione dei Balcani nell’UE, OBCT promuove la costruzione dell’Europa dal basso sviluppando le relazioni transnazionali e sensibilizzando l’opinione pubblica su aree al cuore di numerose sfide europee.
Testo completo degli Accordi di Dayton – Accordi Quadro Generali per la Pace in Bosnia ed Erzegovina (General Framework Agreement for Peace in Bosnia and Herzegovina)| Link
Ivetic Egidio. Trent’anni dopo la Jugoslavia. I Balcani come Medioriente europeo. Il Mulino, 29 giugno 2025 | link
Elvira Jukić-Mujkić Elvira. Bosnia Erzegovina, venticinque anni dopo gli Accordi di Dayton. Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (OBCT), Trento/Rovereto, 23 novembre 2020 | link
Andrea Oskari Rossini Bratunac, Una cooperativa formata in prevalenza da donne serbe e musulmane ha dato vita ad una solida realtà economica nella Bosnia orientale, attraverso il coinvolgimento di una rete di partner italiani e bosniaci, Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa | link
Archivio Fondazione Serughetti La Porta
La Porta Bergamo, Srebrenica, trent’anni dopo, lezione (Webinar) 14 maggio 2025 | link
Janigro Nicole, Letteratura e storia: il caso dei Balcani fra fiction e dramma, in Quaderno 77: Un’idea di Europa, La Porta Bergamo | link
Novembre 2025
30 Novembre
15:00
L’Elogio del Conflitto | Allestire Dialoghi Generativi
Percorso di introduzione alla Mediazione Umanistica
15, 30 novembre e 13 dicembre dalle 15:00 alle 18:00 Presso: Fondazione Serughetti la Porta
Numero massimo di partecipanti: 25
Il percorso è rivolto a tutti
La Mediazione Umanistica, fondata da Jacqueline Morineau, è un approccio che pone al centro la persona e il suo vissuto emotivo, trasformando il conflitto in un’occasione di incontro e riconoscimento reciproco. Non cerca solo un accordo, ma la riconciliazione interiore e relazionale, restituendo senso e dignità a tutte le parti coinvolte. Solo accettandone la complessità possiamo costruire relazioni autentiche e società più vive, capaci di trasformare la paura e la divisione in dialogo e responsabilità.
1° incontro | 15 novembre: “Parla che ti ascolto” Ascoltare con il cuore per accogliere il vissuto e le ragioni dell’altro: lo stile della Mediazione Umanistica
2° incontro | 30 novembre: Incontrare il Conflitto Quando l’incontro si tramuta in scontro – o addirittura in reato – come fare ad incontrare l’altro difficile?
3° incontro | 13 dicembre: Allestire Dialoghi Generativi Dare forma a una comunità che incontra le proprie ferite ed esercita la propria responsabilità:
“L’Elogio del Conflitto” è uno degli appuntamenti della seconda edizione della Scuola Popolare di Nonviolenza VAI ALLA PAGINA
APPROFONDISCI
Il Centro di Giustizia Riparativa “InConTra”, in continuità con la sua storia passata legata alla Caritas diocesana di Bergamo, offre uno spazio per programmi di giustizia riparativa per persone indicate come autori di reato e per le vittime; propone azioni di sensibilizzazione, di progettazione e di realizzazione di attività con scuole, enti locali, istituzioni, comunità, network ecc., caratterizzandosi per interventi sociali generativi orientati alle pratiche riparative
Attualmente il Centro di Giustizia riparativa è cuore pulsante delle attività dell’associazione ETS InConTra.
Nel mese di agosto 2025 ETS InConTra è stato individuato dalla Conferenza locale afferente alla Corte d’appello di Brescia e dal Ministero di Giustizia come ente riconosciuto ad attuare programmi di giustizia riparativa nei territori di riferimento di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova.
“CI SIAMO SEMPRE STATE. Storia delle donne bergamasche 1945-2000” è un libro per tutte (e per tutti). Per chi quegli anni li ha, almeno in parte, attraversati e qui potrà ritrovarsi oppure far riaffiorare pezzi mancanti, perché questa ricerca è solo un inizio, un invito a continuare il lavoro di scavo. Ma soprattutto è un libro prezioso per le/i giovani perché offre la possibilità di ripercorrere tempi, luoghi, soggetti, lotte che hanno contribuito non solo a costruire la storia, ma un’altra versione della storia. Le donne ci sono sempre state, come soggettività collettiva, multiforme, resistente, creativa; della marginalità e dell’esclusione hanno saputo spesso fare un punto di forza, una posizione dalla quale esprimere una visione critica verso un potere maschile discriminante e oppressivo e tradurla in pensieri, progetti e azioni che non solo reclamavano pari diritti ma gridavano la necessità di un cambiamento radicale e profondo, di una liberazione che attraversasse ogni ambito della vita e della società. La consapevolezza e le lotte di oggi non vengono dal nulla, hanno radici che è necessario scoprire e ricordare. La presentazione di questo libro è un invito alle e agli insegnanti delle scuole secondarie di Bergamo a misurarsi con la storia locale e con la sua capacità di fare da ponte con la storia globale.
Fondazione Serughetti - Centro Studi e Documentazione La Porta - ETS
Altri Organizzatori
Associazione italiana Amici di Neve Shalom Wahat al-Salam
Si occupa di diffondere i valori del villaggio e di raccolta fondi per sostenere le sue attività; organizza incontri pubblici e laboratori di educazione alla pace nelle scuole; invia stagisti e volontari al Villaggio; organizza viaggi di conoscenza in Israele e Palestina. Presidente dell’Associazione è Brunetto Salvarani, saggista, teologo e giornalista.
The School for Peace
Chiesa evangelica valdese
Luogo
La Porta
v.le Papa Giovanni XXIII 30 Bergamo
Fondazione Serughetti
Centro studi e documentazione
Hezzi Schuster, direttore del Centro Spirituale Pluralista di Comunità di Neve Shalom Wahat al Salam Samah Salaime, co-direttrice delle istituzioni educative di Neve Shalom Wahat al Salam
Presso: Fondazione Serughetti La Porta
Una serata dedicata a comprendere come sia possibile mantenere aperto il dialogo in tempi in cui la violenza tra le parti è il codice prevalente.
Neve Shalom Wahat al-Salam è una comunità spontanea di ebrei e palestinesi, tutti di cittadinanza israeliana, che hanno scelto di vivere insieme in equità e di nutrire, anche ora, l’interazione nonviolenta.
Introduzione a cura del Comitato bergamasco per la difesa della Costituzione Relatore: Giulio Enea Vigevani, professore ordinario di Diritto costituzionale, Università degli Studi di Milano-Bicocca
Un ciclo di tre film per tornare alle guerre dei Balcani a trent’anni dagli accordi di Dayton
Mercoledì 19 novembre ore 21 Quo vadis, Aida? 2020, Regia di Jasmila Žbanić scheda film
Mercoledì 26 novembre ore 21 A perfect day, 2015, Regia di Fernando León de Aranoa scheda film
Mercoledì 3 dicembre ore 21 L’assedio. Gente di Sarajevo, 2015, Regia di Giancarlo Bocchi scheda film
Presso: Sala Qoelet, via Leone XIII, 22 Bergamo
Trent’anni dopo la sigla degli accordi di pace gli effetti a lungo termine della divisione politica e etnica nei Balcani si fanno ancora sentire. Torniamo oggi a quel conflitto durante il quale si utilizzarono, forse per la prima volta dalla fine delle seconda guerra mondiale, categorie come genocidio, pulizia etnica; torniamo a quel conflitto che suscitò una delle più grandi mobilitazioni della società civile europea che chiedeva alla comunità politica di intervenire per mettere fine all’assedio di Sarajevo e al massacro e alla deportazione della popolazione civile; torniamo lì dove cominciammo a mettere in dubbio che il monito MAI PIU’ emerso dopo la seconda guerra mondiale potesse essere veramente una bussola di riferimento; torniamo infine lì dove le iniziative del movimento pacifista e nonviolento sperimentò forme di interposizione e di cooperazione decentrata che anche a Bergamo ebbero grande seguito.
E non sbagliamo se ci pare che tutto ciò riguardi Gaza.
Torniamo a Sarajevo per riflettere sulle guerre di oggi e lo facciamo con il cinema, uno strumento inconsueto per noi della Porta ma che, in questa occasione, può risultare convincente. Ringraziamo perciò l’associazione Le Piane e la sala Qoelet per la collaborazione e la copromozione dell’iniziativa.
Un centro studi e un media specializzato sull’Europa sud-orientale, la Turchia, l’Europa orientale e il Caucaso e sulle politiche dell’UE in tema di libertà dei media, società civile, allargamento ad Est e politiche di coesione. Nato nel 2000 in risposta al bisogno di informazione e dibattito espresso dalla società civile impegnata per l’integrazione dei Balcani nell’UE, OBCT promuove la costruzione dell’Europa dal basso sviluppando le relazioni transnazionali e sensibilizzando l’opinione pubblica su aree al cuore di numerose sfide europee.
Testo completo degli Accordi di Dayton – Accordi Quadro Generali per la Pace in Bosnia ed Erzegovina (General Framework Agreement for Peace in Bosnia and Herzegovina)| Link
Ivetic Egidio. Trent’anni dopo la Jugoslavia. I Balcani come Medioriente europeo. Il Mulino, 29 giugno 2025 | link
Elvira Jukić-Mujkić Elvira. Bosnia Erzegovina, venticinque anni dopo gli Accordi di Dayton. Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (OBCT), Trento/Rovereto, 23 novembre 2020 | link
Andrea Oskari Rossini Bratunac, Una cooperativa formata in prevalenza da donne serbe e musulmane ha dato vita ad una solida realtà economica nella Bosnia orientale, attraverso il coinvolgimento di una rete di partner italiani e bosniaci, Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa | link
Archivio Fondazione Serughetti La Porta
La Porta Bergamo, Srebrenica, trent’anni dopo, lezione (Webinar) 14 maggio 2025 | link
Janigro Nicole, Letteratura e storia: il caso dei Balcani fra fiction e dramma, in Quaderno 77: Un’idea di Europa, La Porta Bergamo | link
Un ciclo di tre film per tornare alle guerre dei Balcani a trent’anni dagli accordi di Dayton
Mercoledì 19 novembre ore 21 Quo vadis, Aida? 2020, Regia di Jasmila Žbanić scheda film
Mercoledì 26 novembre ore 21 A perfect day, 2015, Regia di Fernando León de Aranoa scheda film
Mercoledì 3 dicembre ore 21 L’assedio. Gente di Sarajevo, 2015, Regia di Giancarlo Bocchi scheda film
Presso: Sala Qoelet, via Leone XIII, 22 Bergamo
Trent’anni dopo la sigla degli accordi di pace gli effetti a lungo termine della divisione politica e etnica nei Balcani si fanno ancora sentire. Torniamo oggi a quel conflitto durante il quale si utilizzarono, forse per la prima volta dalla fine delle seconda guerra mondiale, categorie come genocidio, pulizia etnica; torniamo a quel conflitto che suscitò una delle più grandi mobilitazioni della società civile europea che chiedeva alla comunità politica di intervenire per mettere fine all’assedio di Sarajevo e al massacro e alla deportazione della popolazione civile; torniamo lì dove cominciammo a mettere in dubbio che il monito MAI PIU’ emerso dopo la seconda guerra mondiale potesse essere veramente una bussola di riferimento; torniamo infine lì dove le iniziative del movimento pacifista e nonviolento sperimentò forme di interposizione e di cooperazione decentrata che anche a Bergamo ebbero grande seguito.
E non sbagliamo se ci pare che tutto ciò riguardi Gaza.
Torniamo a Sarajevo per riflettere sulle guerre di oggi e lo facciamo con il cinema, uno strumento inconsueto per noi della Porta ma che, in questa occasione, può risultare convincente. Ringraziamo perciò l’associazione Le Piane e la sala Qoelet per la collaborazione e la copromozione dell’iniziativa.
Un centro studi e un media specializzato sull’Europa sud-orientale, la Turchia, l’Europa orientale e il Caucaso e sulle politiche dell’UE in tema di libertà dei media, società civile, allargamento ad Est e politiche di coesione. Nato nel 2000 in risposta al bisogno di informazione e dibattito espresso dalla società civile impegnata per l’integrazione dei Balcani nell’UE, OBCT promuove la costruzione dell’Europa dal basso sviluppando le relazioni transnazionali e sensibilizzando l’opinione pubblica su aree al cuore di numerose sfide europee.
Testo completo degli Accordi di Dayton – Accordi Quadro Generali per la Pace in Bosnia ed Erzegovina (General Framework Agreement for Peace in Bosnia and Herzegovina)| Link
Ivetic Egidio. Trent’anni dopo la Jugoslavia. I Balcani come Medioriente europeo. Il Mulino, 29 giugno 2025 | link
Elvira Jukić-Mujkić Elvira. Bosnia Erzegovina, venticinque anni dopo gli Accordi di Dayton. Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa (OBCT), Trento/Rovereto, 23 novembre 2020 | link
Andrea Oskari Rossini Bratunac, Una cooperativa formata in prevalenza da donne serbe e musulmane ha dato vita ad una solida realtà economica nella Bosnia orientale, attraverso il coinvolgimento di una rete di partner italiani e bosniaci, Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa | link
Archivio Fondazione Serughetti La Porta
La Porta Bergamo, Srebrenica, trent’anni dopo, lezione (Webinar) 14 maggio 2025 | link
Janigro Nicole, Letteratura e storia: il caso dei Balcani fra fiction e dramma, in Quaderno 77: Un’idea di Europa, La Porta Bergamo | link
Percorso di introduzione alla Mediazione Umanistica
15, 30 novembre e 13 dicembre dalle 15:00 alle 18:00 Presso: Fondazione Serughetti la Porta
Numero massimo di partecipanti: 25
Il percorso è rivolto a tutti
La Mediazione Umanistica, fondata da Jacqueline Morineau, è un approccio che pone al centro la persona e il suo vissuto emotivo, trasformando il conflitto in un’occasione di incontro e riconoscimento reciproco. Non cerca solo un accordo, ma la riconciliazione interiore e relazionale, restituendo senso e dignità a tutte le parti coinvolte. Solo accettandone la complessità possiamo costruire relazioni autentiche e società più vive, capaci di trasformare la paura e la divisione in dialogo e responsabilità.
1° incontro | 15 novembre: “Parla che ti ascolto” Ascoltare con il cuore per accogliere il vissuto e le ragioni dell’altro: lo stile della Mediazione Umanistica
2° incontro | 30 novembre: Incontrare il Conflitto Quando l’incontro si tramuta in scontro – o addirittura in reato – come fare ad incontrare l’altro difficile?
3° incontro | 13 dicembre: Allestire Dialoghi Generativi Dare forma a una comunità che incontra le proprie ferite ed esercita la propria responsabilità:
“L’Elogio del Conflitto” è uno degli appuntamenti della seconda edizione della Scuola Popolare di Nonviolenza VAI ALLA PAGINA
APPROFONDISCI
Il Centro di Giustizia Riparativa “InConTra”, in continuità con la sua storia passata legata alla Caritas diocesana di Bergamo, offre uno spazio per programmi di giustizia riparativa per persone indicate come autori di reato e per le vittime; propone azioni di sensibilizzazione, di progettazione e di realizzazione di attività con scuole, enti locali, istituzioni, comunità, network ecc., caratterizzandosi per interventi sociali generativi orientati alle pratiche riparative
Attualmente il Centro di Giustizia riparativa è cuore pulsante delle attività dell’associazione ETS InConTra.
Nel mese di agosto 2025 ETS InConTra è stato individuato dalla Conferenza locale afferente alla Corte d’appello di Brescia e dal Ministero di Giustizia come ente riconosciuto ad attuare programmi di giustizia riparativa nei territori di riferimento di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova.
Percorso di introduzione alla Mediazione Umanistica
15, 30 novembre e 13 dicembre dalle 15:00 alle 18:00 Presso: Fondazione Serughetti la Porta
Numero massimo di partecipanti: 25
Il percorso è rivolto a tutti
La Mediazione Umanistica, fondata da Jacqueline Morineau, è un approccio che pone al centro la persona e il suo vissuto emotivo, trasformando il conflitto in un’occasione di incontro e riconoscimento reciproco. Non cerca solo un accordo, ma la riconciliazione interiore e relazionale, restituendo senso e dignità a tutte le parti coinvolte. Solo accettandone la complessità possiamo costruire relazioni autentiche e società più vive, capaci di trasformare la paura e la divisione in dialogo e responsabilità.
1° incontro | 15 novembre: “Parla che ti ascolto” Ascoltare con il cuore per accogliere il vissuto e le ragioni dell’altro: lo stile della Mediazione Umanistica
2° incontro | 30 novembre: Incontrare il Conflitto Quando l’incontro si tramuta in scontro – o addirittura in reato – come fare ad incontrare l’altro difficile?
3° incontro | 13 dicembre: Allestire Dialoghi Generativi Dare forma a una comunità che incontra le proprie ferite ed esercita la propria responsabilità:
“L’Elogio del Conflitto” è uno degli appuntamenti della seconda edizione della Scuola Popolare di Nonviolenza VAI ALLA PAGINA
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Il Centro di Giustizia Riparativa “InConTra”, in continuità con la sua storia passata legata alla Caritas diocesana di Bergamo, offre uno spazio per programmi di giustizia riparativa per persone indicate come autori di reato e per le vittime; propone azioni di sensibilizzazione, di progettazione e di realizzazione di attività con scuole, enti locali, istituzioni, comunità, network ecc., caratterizzandosi per interventi sociali generativi orientati alle pratiche riparative
Attualmente il Centro di Giustizia riparativa è cuore pulsante delle attività dell’associazione ETS InConTra.
Nel mese di agosto 2025 ETS InConTra è stato individuato dalla Conferenza locale afferente alla Corte d’appello di Brescia e dal Ministero di Giustizia come ente riconosciuto ad attuare programmi di giustizia riparativa nei territori di riferimento di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova.
Presso: ISREC – Istituto bergamasco per la storia della resistenza e dell’età contemporanea, in Via San Giorgio 19, Bergamo
Fare spazio alla voce delle donne in una città significa innanzitutto creare un luogo dove poter archiviare storie vissute, memorie, oggetti, testimoni cioè di quella scienza della vita quotidiana che scardina le divisioni di tempo, spazio, competenze e obbliga a rimettere in discussione parole troppo spesso usate per semplificare l’esperienza vissuta nel momento della costruzione della storia patria. È questa la sfida che l’Isrec ha voluto cogliere con l’Archivio delle donne a Bergamo nel 900, uno spazio nuovo dentro la nuova sede che intende portare alla luce un interesse che da sempre Isrec ha coltivato negli studi, ma che il tempo presente chiede di rendere evidente, tangibile spazio di dialogo, archiviazione, ricerca. L’incontro a partire da una riflessione sulla scelta del nome Archivio delle donne a Bergamo nel 900 intende soffermarsi sulle ragioni che hanno portato alla realizzazione di uno spazio dedicato alla storia delle donne, spazio che fino ad oggi non esisteva nella nostra città, mettere a fuoco le attese che una tale scelta suscita, illustrare quanto contiene e potrà contenere nel tempo.